Ospite del SiloeFF | 016 Salvatore Striano

Sabato 9 luglio ore 18,00. La Tempesta di Sasà
“Ride delle cicatrici chi non è mai stato ferito.” William Shakespeare, Romeo e Giulietta.

Salvatore Striano

Foto di Tiziana Mastropasqua

Nella vita possiamo perderci, e molto spesso ci perdiamo. Ma non è mai per sempre. Salvatore Striano a quattordici anni aveva la guerra in testa, la cocaina nel sangue e due pistole infilate nei calzoni. Era uno dei leader delle Teste matte, una banda di ragazzini terribili che si sono fatti camorristi per difendersi dalla camorra. Vita di strada, anni di sangue. Poi il carcere, non ancora trentenne. Un destino segnato, il suo. Invece è proprio dal punto più basso e disperato che la vita stravolge. Grazie a un amore che resiste nonostante tutto. Grazie alla scoperta magica dei libri e della letteratura, di Shakespeare che inizia a scorrergli nelle vene come una droga che non uccide ma salva. Proprio lui che a scuola non ci è mai andato.
Al Siloe per raccontare la sua rinascita, dall’inferno del carcere spagnolo di Valdemoro (Madrid), passando per Rebibbia e diventando, oggi, uno dei più sorprendenti e stimati attori italiani. Una storia che parla di noi, della paura di cadere e, se cadiamo, di non farcela a rialzarci, di tradimento, perdono, vendetta, dell’irresistibile desiderio di libertà, dei sentimenti lieti e tristi che ci accompagnano quando viviamo davvero e del deserto che invece ci governa quando ci lasciamo vivere pensando che sia già tutto deciso, chissà da chi e chissà dove.

Il potere delle parole e della letteratura, l’amore che può cambiare la vita. Sasà ne è la prova vivente.

Salvatore Striano (1972) è stato un camorrista per Matteo Garrone (Gomorra), un rapinatore per Guido Lombardi (Take five) e molti altri personaggi, al cinema e in tv. Nel 2012 arriva la consacrazione, con il film Cesare deve morire, tratto dal Giulio Cesare di Shakespeare (Orso d’oro al Festival di Berlino).

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