Umberto Curi, la scoperta della bellezza

18 luglio, 2014 – Nel cuore del festival, a partire dal suo saggio “L’apparire del bello. Nascita di un’idea”, il prof. Umberto Curi ha condensato virtuosamente secoli di filosofia e cultura greca da cui attingere per procedere nella ricerca della bellezza, assunta a tema delle giornate. Nella grecità servivano più parole per definire il bello, oggi spesso dismesse a favore di un’idea di bellezza con un suo statuto costitutivo. Imprescindibile “Kairos”, sostantivo che lega problematicamente il bene e il bello alla questione della concezione del tempo: la bellezza come “un tempo immenso” (Nietzsche) ma al contempo troppo fugace, forse l’unico di tutta una vita.
L’accorata illustrazione finale del professore sulla doppia proposta presa in prestito a Plotino che mostra come si possa re-agire di fronte alla bellezza – le figure comportamentali di Narciso e Ulisse – ha condotto la discussione con il pubblico e i monaci fino alla figura di Cristo, l’Uomo che restituisce pienezza al mistero, altro sostantivo strategico per perlustrare il pensiero sul bello.

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