Umberto Curi, il rapporto tra cinema, filosofia e spiritualità

25 luglio, 2015 – Il filosofo Umberto Curi, questo pomeriggio, ha preso parte al Siloe Film Festival per il secondo anno consecutivo. Ospite speciale, infatti, dello scorso anno, ritorna al Festival con una nuova veste, come sottolineato dal Direttore artistico Fabio Sonzogni.
A tal proposito racconta Curi: “l’anno scorso ho detto a Fabio – Sonzogni ndr – che poteva fare di me ciò che voleva e vista la particolare disposizione della sala credo proprio mi abbia preso alla lettera”. Le sedie del pubblico sono disposte, infatti, in un quadrato che raccoglie il filosofo, permettendo di partecipare appieno a quella che si propone come una vera e propria lectio da parte del Prof. Umberto Curi, che puntualizza: “è difficile spiegare il rapporto tra filosofia e cinema”.
In particolare Curi si sofferma sul film Gran Torino di Clint Eastwood: “la trama è detta in termini molto semplici. Protagonista è un vecchio reduce della guerra di Corea, operaio metalmeccanico in una fabbrica di automobili, nella quale c’è anche un’auto particolarmente suggestiva, un modello che si chiama appunto Gran Torino”.
Importante è anche l’interpretazione dello stesso regista, Clint Eastwood, che veste i panni del protagonista Walt Kowalski. “Tra personaggi e interpreti – spiega Curi – si attua una scissione. L’interprete perde la sua identità di partenza per acquisire quella del personaggio. E Clint Eastwood è riuscito in questo intento”. Per il filosofo, però, gli aspetti fondamentali dell’opera sono: “la legge del taglione, la civiltà giuridica del diritto positivo e l’abbondanza della Misericordia di Dio, elementi forti presenti nel film Gran Torino”. Le parole e le riflessioni di Curi aprono così un dibattito importante che coinvolge anche il pubblico presente, permettendo di discutere sul parallelismo tra il personaggio di Walt e la figura di Cristo in merito al sacrificio – se pur in misura diversa – che entrambi hanno messo in atto in nome di un bene più grande.

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