Alessandro Zaccuri apre il ciclo di conferenze di Siloe 2018

Sabato 21 luglio ore 11.00

Alessandro Zaccuri| Così antica, così nuova. Le figure della speranza 
(ascolta il podcast della conferenza) 

Foto di Margherita Bagnara

Alessandro Zaccuri ha inaugurato oggi pomeriggio il ciclo di conferenze di Siloe 2018. Scrittore e giornalista culturale per Avvenire, Zaccuri si è spesso occupato della presenza di temi cristiani nell’immaginario contemporaneo.

Partendo dalla definizione dantesca di speranza («Spene» diss’io «è uno attender certo/de la gloria futura, il qual produce/grazia divina e precedente merto», Paradiso XXV), secondo la quale essa è dovuta sia alla grazia divina sia alle azioni del singolo, Zaccuri ha proposto al pubblico del festival una riflessione sul concetto di speranza nel cinema.

Da esempi di più banale riduzione della speranza a un prevedibile lieto fine fino all’analisi di opere drammaturgicamente più raffinate, sono state esplorate le diverse sfaccettature del concetto attraverso esempi cinematografici. «La speranza è un modo di guardare al mondo, quindi è un modo di raccontare. Non è l’illusione che tutto andrà bene o che tutto quello che accade è bene, ma è la certezza che in tutto quello che accade c’è un bene», sostiene Zaccuri, aggiungendo che tuttavia «la speranza, così come la bellezza, può manifestarsi in modi terribili».

Partendo da questi presupposti sono state presentate nove “figure della speranza”, personaggi femminili del cinema internazionale che secondo la lettura di Zaccuri potessero rappresentare diversi aspetti della virtù teologale: e allora abbiamo incontrato la principessa Leila di Star Wars, figura della speranza come dimensione umanitaria e collettiva; ma anche Inger di Ordet. La parola, che dimostra come talvolta, se compiuta, la speranza possa produrre effetti inaspettati e terribili; o la pasoliniana Assurdina Caì de Le Streghe. La Terra vista dalla Luna. Tra le altre Ofelia de Il labirinto del fauno, Arletty di Miracolo a Le Havre, Elena di Nuovo Cinema Paradiso, Galadriel de Il Signore degli Anelli, e le più “giovani” Agatha di Map to the Stars e Riley di Inside Out.

di Costanza Morabito

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