Oggi pomeriggio il regista Luigi Pane ha incontrato il pubblico del Siloe Film Festival per presentare il suo cortometraggio in concorso L’Avenir, una storia d’amore e speranza perduti e ritrovati sullo sfondo degli attacchi terroristici della tremenda notte del 13 novembre 2015.
«Ci siamo abituati a pensare di non essere artefici del nostro destino, che il futuro sia scritto da qualcun altro. Questo è stato un po’il germe alla base del mio film», spiega il regista. «Viviamo in tempi difficili, è come se ci fossimo persi nella moltitudine di informazioni, di media. Ma nel nostro piccolo dobbiamo provare a cambiare le cose, a porci delle domande e cercare delle risposte».
L’Avenir è stato girato proprio nel quartiere del Bataclan, locale ormai simbolo delle atrocità di quella notte: «Perché durante gli attacchi al Bataclan? Perché è stato uno dei primi eventi che per le nuove generazioni hanno portato la violenza nel quotidiano, nei nostri momenti di svago: mentre siamo a cena o ad un concerto. Ma il fatto di cronaca è stato solo un pretesto, il corto non vuole essere un resoconto di quella notte», precisa Luigi Pane. «Volevo raccontare la storia di due persone che vivono quella realtà e si chiedono come affrontarla, e ci riescono innanzitutto tornando a parlarsi, a confrontarsi».
di Costanza Morabito